lunedì 26 novembre 2007

la vita, di graziella, rubata


«Mi chiedo se Mastella si preoccupa di una povera ragazza uccisa innocentemente, o per una famiglia distrutta dal dolore e per un film che ricostruisce ciò che è accaduto in tanti anni di depistaggio e non per la giustizia. Ritengo che il tribunale giudica sulle prove dell'accusa. Se non ha nulla da temere non c'era motivo di fare tutto ciò».

Questa dichiarazione e’ stata rilasciata dal fratello di Graziella Campagna, Piero, appena e’ stata ufficializzata la notizia della sospensione della fiction, che ripercorreva la vicenda.

Graziella era una brava ragazza, che lavorava per 150.000£ al mese, in una lavanderia della provincia di Messina, Graziella vide ciò che non doveva vedere, nello specifico un’agendina, Graziella non sapeva che quella agendina apparteneva ad un latitante, ma fu uccisa lo stesso, fu uccisa brutalmente, nelle campagne sopra Messina, nessuno si chiese mai se Graziella aveva capito quello che aveva visto, nessuno si chiese mai perche si stava spezzando una giovane vita.

Era il 12 Dicembre del 1985.

La fiction e’ stata sospesa dalla direzione generale della RAI perché, avrebbe potuto turbare la serenità dei giudici della Corte d'Assise di Appello che dal 13 dicembre si riuniranno in udienza.

L’avallo alla sospensione e’ stato dato dal Ministro di Grazia e Giustizia, Mastella.

Non voglio entrare nel merito della vicenda, che ricordo vede gia dei condannati, (anche se liberi grazie all’Indulto),ma vorrei fare qualche riflessione sull’uso distorto dello strumento televisivo.

La storia del turbamento non e’ infatti plausibile, soprattutto se messa in relazione ad altre e’ piu cruente fiction, che vanno in onda in questo periodo (il capo dei capi e’ una di questa), i giudici come dice Piero, si basano su fatti e prove circostanziate, che nello specifico sono evidentissime, il turbamento causato e’ nullo o quasi.

La fiction si poteva però porre come esempio della brutalità della fenomenologia “mafia”, poteva far capire ai molti cosa significa vivere in un ambiente permeato da bestie che tolgono la vita per nulla, poteva rappresentare l’ennesimo esempio di come, in Sicilia, si e’ sottoposti ad un regime dittatoriale, che nulla ha a che fare con la civiltà.

Poteva ma, per il momento, per decisione di un ministro che permette, la visione dell’ascesa di riina, non può essere visionata, forse la verità turberebbe i giudici, o forse la stessa verità turberebbe gli assassini che in una sera del Dicembre 1985 spezzarono una giovane vita, che non sapeva neppure perché si meritava un colpo in fronte, di pistola.

Complimenti ministro e complimenti a chi avalla questa sua linea di condotta, noi, cittadini invece , attendiamo che la verità venga ufficializzata e che gli infami, che quella pistola usarono, scontino la pena che meritano.

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