giovedì 11 ottobre 2007

.....del perche manca il nome (di nuovo)

l’accusa si fa sempre più frequente, perché sei anonimo?

Io persevero con il mio punto di vista, non e’ una difesa d’ufficio ma una puntualizzazione.

Io conosco SPADAFORA, io conosco le dinamiche interne della politica spadaforese e quelle ancor più subdole della vita civile del nostro paese.

Più di una volta mi e’ capitato di sentirmi apostrofare, dal potente di turno, tu parli cosi perche sei amico di…….tu difendi caio…….ti sta antipatico tizio………

Mi so stufato di essere collocato in una dimensione politico –sociale che fa di tutto per screditare ma nulla per rispondere nel merito dei fatti.

E’ questo che la gente vuole, fatti non parole, non vuole strumentalizzazione vuole solamente apparati pubblici che funzionano, vuole comuni amministrati bene, vuole province in cui la scelta non e’ destra o sinistra ma tra amministratori buoni e cattivi.

Il mio paese, e’ bellissimo ma strano, non si dice che l’amministrazione non va bene perche in quella stessa amministrazione c’e’ l’amico d’infazia, non si dice che la minoranza fa tutto meno quello che dovrebbe fare perché tra di essa c’e’ il cugino alla lontana.

Non si parla male del dottore perché altrimenti non ti fa più le ricette, ne tanto meno dell’ingegnere perché altrimenti la parcella sarà più cara.

Non e’ cosi che funziona, secondo me, tutti devono avere una risposta, indipendentemente da chi sei, anche l’anonimo se da delle argomentazioni serie, puntuali e documentati dovrebbe essere preso in considerazione.

Anche chi non si espone con la faccia se parla dovrebbe essere ascoltato, soprattutto se dice cose veritiere, e se veritiere esse non sono si dovrebbe puntualizzare nel merito e non nella forma.

Questo e’ un mio punto di vista sicuramente sbagliato, ma la scelta di non venire tirato dalla giacchetta da nessuna e’ una scelta mia e tale rimane.

Mi piacerebbe aprire un dialogo io proverò a rispondere a tutti, a chi si firma e a chi no, l’importante e’ la discussione, perché solo con essa il nostro paese può crescere, perché solo con il dialogo, tra conoscenti o sconosciuti può apportare variazioni benefiche a quello che prima era il miglior paese della costiera tirrenica.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

un piccolo contributo live per spadafora.
Abitare la terra, in senso classico, è desiderio di condividere con gli altri un luogo, nel tempo, attraverso la costruzione di un comune sentire, di una solidarietà collettiva.
La comunità si mantiene in vita se in essa esistono i luoghi dello scambio, in cui
si rappresentano e si governano le istanze di vita dei singoli e dei gruppi, il senso di appartenenza ad una comunità si traduce in senso civico, in rispetto delle idee altrui, e così nel confronto, anche serrato, scendendo nell’agone politico, sentendosi parte integrante di qualcosa di condiviso, si perpetua l’immagine di un paese.
Grande è il peso delle responsabilità che derivano dal cercare di dare risposte di senso che valgano per l’oggi e per il domani. Fare politica nel senso pieno del termine è difficile, perché bisogna mediare tra le diverse istanze, avendo presente sempre qual è la rotta da seguire, il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini.
Non è facile oggi, abitare questa terra nel senso pieno del termine, nel corpo a corpo, nella tensione che è ricerca, aspirazione, siamo impreparati, siamo stati indotti a scambiare la finzione in realtà, abbiamo vissuto senza forti slanci, senza vere passioni, e questo ci ha atrofizzato, la “waste land”, la terra abbandonata, l’ultima thule, dagli inizi del novecento si staglia indolente all’orizzonte, quasi voglia far abortire sul nascere qualsiasi aspirazione al volo…e ciò lo aveva anticipato con grande capacità visionaria T.S.Eliot.
La capacità di avere visioni che non siano riferibili agli sterili atti contabili gestiti in maniera contabile, con vocabolario contabile dai novelli demiurghi dello sviluppo del territorio è andata perduta,
per sempre,
colpevole la sciagurata politica di abbandono premeditato della nostra tradizione culturale.
E’ sommamente difficile ma è necessario, oggi, ri-creare luoghi di decantazione, in cui plurime istanze sociali, storiche, antropiche, giorno per giorno trovino le condizioni elementari per poter essere espresse.
I binari della storia, lo ripeto, sono occupati da un treno in corsa chiamato pragmatismo tecnocratico, la ragion pratica ha involuto i linguaggi, aprendo scenari in cui la mentalità contabile, di cui sopra, si è sostituita alla politica intesa in senso classico, e ciò grazie al rivolgimento epocale derivante dal rinchiudersi dell’individuo nella sua nichilistica roccaforte, lontana dal rapporto con l’altro.
I luoghi del vivere vanno intesi come un’opera d’arte collettiva in cui i rapporti reciproci rappresentano il tutto pieno, il grumo su cui in unità e coesione ci troviamo immersi, gioca così un ruolo essenziale per definire uno spazio condiviso la civile, armoniosa, quotidiana convivenza tra gli esseri umani e le cose.
Lo spirito comunitario dovrebbe portare ad un corale I CARE, mi importa, perché tutto è concatenato ed ogni decisione presa seppur piccola ha ricadute enormi.
Una comunità paesana come la nostra che si senta profondamente legata al suo territorio ed in esso radicata ha bisogno di ritrovarsi nei luoghi deputati all’incontro, ne ha bisogno per crescere di quel senso civico che promana dalla consapevolezza di essere parte integrante di un tutto armonico.
L’equilibrio, è riportare la bellezza nei luoghi, possibile solo grazie alla tenacia costruttiva e conservativa degli uomini, che ne costituiscono l’ossatura, è infatti la creatività umana che gioca un ruolo grandissimo nel potenziamento o nel depauperamento della natura dei luoghi.
Noi viviamo in un contesto sociale ed urbano degradato, l’invidia sociale frena lo sviluppo di questo paese, le strutture amministrative poste in essere per semplificare la vita del cittadino sono strutturate per complicarla, l’amministrazione italiana è la più burocratizzata dell’occidente, la più richiusa in se stessa, e soltanto da poco si sta cercando con fatica di alleggerirne il gravame.
Per l’oggi, sarebbe utile un programma di ricostruzione di un tessuto connettivo condiviso dello scambio a partire da una necessaria pacificazione sociale , che dia rinnovato vigore e slancio alla politica, il potersi guardare negli occhi gli uni con gli altri, senza rancori o preclusioni , che purtroppo persistono, sarebbe il primo passo verso una rinnovata sensibilità volta all’attenzione, alla cura…
Un piccolo segno di buona volontà…
Vito Vadalà.

spadafora live ha detto...

vito......la tua seppur abbastanza intuibile costernazione, che viene esemplificata e racchiusa nella frase finale, e il giusto corollario di un'esperienza che sicuramente, sarà condivisa ai piu.
un piccolo segno di buona volonta......e' questo che manca a molti di noi, e' questo che dovevamo, dovremmo e dobbiamo fare.
puo essere il riconoscersi in una comunità, che seppur piccola, viene identificata come una comunità ottimale, puo essere dare il "la" a discussioni che possono far crescere umanamente-intellettualmente-politicamente il singolo individuo.
i segni di buona volonta possono essere tanti e nessuno, ci si puo limitare a rinchiudersi dentro il "bozzolo" dell'anonimicità o scegliere quest'ultima come sblocco ad una situazione difficile.
il mio intendimento, come piu volte espresso e' quest'ultimo.
nel nostro paese siamo bloccati da energie e figure politiche contrapposte, e' superfluo ricordare che purtroppo o per fortuna sono queste figure, che scelgono per il cittadino, scelgono nel presente, con decisioni che inevitabilmente si ripercuoteranno nel futuro per noi e pei i nostri cari.
e la discussione e l'intendere l'arena politica, come un arena in cui l'amministratore deve dare il meglio (e non il peggio) di se, e in cui deve prendere decisioni che solo la sua coscienza, puo giustificare, e dalle quali dipenderanno i piccoli gesti del futuro dei nostri figli.

secondo me e' questo che manca alla politica in particolare di spadafora, e in generale a livello nazionale. e' l'intendere la politica come qualcosa in cui dai e non prendi (come di solito avviene).

questo blog vuole essere principalmente questo, un luogo di discussione libero in cui le espressioni, che a volte sono coperte da quella schiettezza che solo l'anonimicità, in una piccola comunità puo dare, riescano a dare un imput che manca allo stato attuale.

imput che deve essere per forza di cose, almeno nel mio intendimento solamente propositivo e mai fine a se stesso.
non mi sentirai mai schierato verso un amministratore in quanto antipatico, mi sentirai (ops leggerai) solo nel merito sia a livello locale che in un contesto piu ampio

grazie della "vicinanza" e spero ardentemente che ci si possa confrantare successivamente di nuovo su SPADAFORA LIVE